Brevi riflessioni sul Settimo Corso monotematico sulla Spiritualità antropologica de la Verna

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Brevi riflessioni sul Settimo Corso monotematico sulla Spiritualità antropologica de la Verna

ACAT SAVONA GENOVA
Pubblicato da P.E. Dimauro in Comunicati · 11 Ottobre 2017
Nei giorni 23 e 24 Settembre 2017 si è svolto a La Verna il settimo corso monotematico nazionale sulla Spiritualità antropologica ed ecologia sociale; in questa edizione il titolo è stato: il lavoro del Club per la pace; al corso hanno partecipato 90 corsisti provenienti dalla maggioranza delle regioni italiane.
Lo svolgimento dei lavori nei suoi vari momenti, nelle relazioni, nelle tavole rotonde, nelle discussioni durante i gruppi autogestiti, nella discussione finale, si è caratterizzato per la presenza di un clima sereno e costruttivo. Questo aspetto ci appare ancora più rilevante alla luce di una specificità del corso rispetto alle edizioni precedenti: il tentativo di rendere concreto l’enunciato del titolo attraverso l’invito al corso di alcuni membri dei Club alcologici territoriali.
Essi, insieme agli altri partecipanti, hanno contribuito alla costruzione di un clima generale accogliente, sobrio, sereno e rispettoso.
Crediamo che un valore aggiunto in questa direzione è rappresentato da altri due aspetti:
-         L’atmosfera “magica” del luogo, con un invito implicito ad un atteggiamento orientato al silenzio ed alla riflessione, evidente in tutti coloro che si recano in visita alla Verna, località così impervia, inaccessibile, essenziale;
-         L’invio, da parte di padre Danilo Salezze di una nota, apparsa a tutti significativa dal punto di vista emozionale; in essa è stato più volte sottolineato il valore del costruire ponti piuttosto che erigere muri; questo invito è stato fatto proprio dai corsisti, che si sono ritrovati in questo progetto, tradotto in pratica da padre Salezze con una specifica proposta: gemellare gli appuntamenti di Assisi e della Verna. La proposta è stata accettata dai corsisti, nei tempi e nei modi che saranno possibili.
Nei vari momenti, pur nella consapevolezza di diversità non marginali nell’applicazione dell’approccio ecologico sociale, non sono emerse criticità insuperabili. Tali differenze sono comunque apparse chiare fino dalla relazione introduttiva, nella quale i Club degli alcolisti in trattamento definiscono la propria operatività attraverso alcuni precisi elementi identitari:
-         La non indispensabilità delle Associazioni dei Club
-         La chiarezza e la condivisione del percorso formativo per le famiglie e per i servitori insegnanti
-         La centralità del Club e delle sue responsabilità nei confronti della Comunità locale
-         Il mantenimento della denominazione originale del Club
Relativamente all’ultimo punto, in particolare, i club degli alcolisti in trattamento osservano con molta preoccupazione il fiorire di denominazioni diverse date ai Club; la nostra preoccupazione è che questa situazione possa essere il preludio ad una polverizzazione dell’esperienza dei Club e del sistema ecologico sociale italiano.
Un ulteriore elemento di complessità, emerso soprattutto durante le discussioni dei gruppi autogestiti, riguarda una piena comprensione, ed una conseguente adesione al concetto di spiritualità antropologica. Una proposta, messa sul tavolo fin dai primi momenti del corso è stata quella di una progressiva semplificazione dei presupposti teorici, per arrivare all’idea di una traduzione concreta: spiritualità antropologica come un costante, perseverante lavoro del Club nella ricerca attiva della pace, a tutti i livelli, da quello personale a quello familiare, sociale, comunitario, planetario.
Mi fa piacere, infine, salutare tutti con un grande arrivederci alla prossima edizione, ma soprattutto ringraziare TUTTI coloro che sono intervenuti, perché CIASCUNO ha dato il proprio contributo in un clima di serenità e RISPETTO, parola quest’ultima particolarmente apprezza e più volte sottolineata nel corso di queste due ricche e piacevoli giornate.

Paolo E. Dimauro
Direttore del Corso


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